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Egr. Autorità, 

Gli Istituti Penitenziari Campani , e di conseguenza i Poliziotti Penitenziari che ci lavorano, sono da tempo sotto attacco mediatico, la quasi totalità delle criticità o di particolari eventi è oggetto di insinuazioni o accuse. Non in ultimo, appena qualche giorno fa, i detenuti di Napoli Poggioreale, investendo anche associazioni di categoria che hanno sponsorizzato a loro modo l’evento su vari quotidiani, ormai questa dinamica di routine, iniziavano l’ennesima protesta e questa volta davvero toccando il fondo con le loro assurde richieste, ovvero, la rimozione del caporeparto, Ispettore di Polizia Penitenziaria, perché troppo rigido nell’applicazione delle regole penitenziarie e di conseguenza troppe sanzioni disciplinari. Insomma, una cosa al quanto ridicola che diventa un macigno sul già pericolante sistema penitenziario. Ma la cosa che più frusta, offende, sminuisce, delude i Poliziotti Penitenziari è quell’abbandono totale da parte dell’Amministrazione Penitenziaria nonché del Governo, nei vari suoi livelli dal Regionale al Nazionale, che non ha preso e prende alcuna posizione in merito a questioni del genere, sia nei fatti, ovvero contro le parti che ledono il decoro e l’onorabilità di questo Corpo, sia nei confronti dei media che, a convenienza, artatamente, “montano e smontano biciclette” a secondo delle pagine da riempire e\o del bersaglio politico di turno, creando cosi nefasti tormentoni. Si spera, ancora una volta, che l’Amministrazione Penitenziaria, non solo non prenda in considerazioni predette assurde pretese dei detenuti ma che assumi espedienti del caso a tutela del proprio dipendente nonché seri provvedimenti nei confronti dei detenuti, di esponenti di associazioni, o di chiunque si sia responsabile di illecite azioni nei confronti del Corpo di Polizia Penitenziaria. In qualità di agenti e ufficiali di P.G. è evidente, immaginiamo, che le querele di parte rispetto alle calunnie subite siano state presentate alla competente A.G., tuttavia ciò che a nostro avviso manca, ribadiamo fortemente, è la salvaguardia dell’immagine pubblica del Corpo di Polizia Penitenziaria e dell’Istituzione che, evidentemente, non può essere lasciata alla sola discrezione del Comandante e del Direttore i quali, nonostante gli sforzi profusi, vengono pure dipinti come parte in causa e in quanto tali inaffidabili. Nei confronti dei mass media, che ormai sembrano orientati esclusivamente ad alimentare il dubbio che all’interno del carcere chissà quali abusi si commettono, serve un azione sinergica da parte dei vertici dell’amministrazione i quali dovrebbero, tutelare il personale, accertare le eventuali responsabilità e poi, dopo aver assunto i dovuti provvedimenti nei confronti dei responsabili di certe affermazioni, smentire pubblicamente le false insinuazioni. Il senso di abbandono che si vive porta sempre di più, inevitabilmente, a una preoccupante disaffezione e sfiducia delle Istituzioni, delle quali siamo servitori e spesso difendiamo a costo della vita, ne il Sindacato, ma soprattutto, ne lo Stato deve permettere che ciò avvenga. La Campania, tra l’altro, presenta un sistema penitenziario al collasso, si vive alla giornata, con quei pochi Poliziotti Penitenziari oberati da turni massacranti, lavorando quasi sempre al disotto delle soglie minime di sicurezza, l’emergenza è sinonimo di quotidianità, di ordinarietà, causa di tutto ciò è la gravosa deficienza di risorse colpa di una scellerata politica di tagli. Noi increduli, non sappiamo cosa più aspetti lo Stato per intervenire, abbiamo sempre denunciato tutto, abbiamo manifestato in ogni modo, ma a poco è valso, di tutti gli eventi critici possibili accaduti ne mancano solo due all’appello, l’uccisione di un Poliziotto Penitenziario in Istituto e l’evasione di massa, è mai possibile tutto questo !!! Cosa si aspetta ? Si è vero, nuovo Governo, nuovi indirizzi politici, nuovi amministratori, ma mentre il medico studia l’ammalato muore, è tempo di agire “time out”. L’inerzia e la non curanza, o ancora l’agire di facciata dei vertici uccide più di tutto, logora lentamente, un’agonia dolorosa e continua. La reazione dei Poliziotti Penitenziari, quelli di trincea, a riguardo dell’ultima nota DAP sul servizio per la prevenzione del suicidio rivolto al personale di Polizia Penitenziaria ha regalato un amaro sorriso a tutti. Al personale non serve solo lo psicologo, o l’ennesimo studio di settore, al personale servono fatti concreti, serve poter agire nell’ambito di politiche e indirizzi chiari ed inequivocabili, con riscontri oggettivi rispetto all’operatività del servizio. Alla Polizia Penitenziaria non serve l’analisi dei problemi perché quelli sono noti a tutti, piuttosto serve un’ Amministrazione che si interroghi sul perché si accumulano tanti riposi, ferie e lavoro straordinario a Poggioreale o Avellino Bellizzi, quanti tripli turni e notturni hanno fatto i poliziotti di Salerno e di S.Maria C.V., quanto personale è impiegato negli Istituti di Carinola, Aversa ed Ariano Irpino , come hanno fatto i Nuclei Operativi Provinciali Campani a garantire tutte le loro incombenze ?. Perché non c’e’ ancora un protocollo di intesa regionale sull’organizzazione del lavoro ne tantomeno quelli locali ? Perché la tanto attesa e sperata riforma della medicina penitenziaria è un disastro, con dinamiche lavorative e costi proibitivi che si riversano su tutti, ricoveri urgenti a vista col 118 a iosa, si parte col codice rosso per arrivare al triage con codice bianco, visite specialistiche esterne a migliaia, dal catarro all’orecchio alla congiuntivite, magari con ambulanza a seguito, e chi paga ? In termini economici e di sicurezza. Chi dovrebbe vigilare su questi sprechi ? Come mai l’escalation di violenza, forse è ora di dire che la sorveglianza dinamica e il regime aperto sono una “bufala” ? Forse è anche ora di dire umilmente che noi non rieduchiamo nessuno, e forse ancora bisogna puntare altrove, con un “ground zero” del sistema penitenziario per poi ricostruirlo onestamente con intelligenza e coscienza, ma non in tempi biblici. Prendendo a pretesto la “Sentenza Torregiani” e millantando una evoluzione della funzione, invece, si è pontificata quella “sorveglianza dinamica” che, viceversa, alla luce della sua breve esperienza e così come declinata, risulta essere senza dubbio l’ennesimo fallimento di un Amministrazione capace soltanto di teorizzare, mai di mettere in pratica; una Amministrazione che realizza statistiche su tutto tranne che sulla recidiva solo perché si vuole poter dire che le misure alternative alla detenzione sono efficaci rispetto alla recidiva. Ma dove sono le statistiche e le analisi scientifiche sul fenomeno, esistono pubblicazioni ? A noi non risultano e siamo convinti che, qualora ci fossero, i risultati certificherebbero ancora una volta un fallimento. Tre cose certe, verificabili e attestabili, ha prodotto la sorveglianza dinamica, tagli di personale e relativi sovraccarichi di lavoro, e forse celatamente quello si voleva, escalation di violenza dei detenuti che la fanno oramai da padroni negli Istituti penitenziari, sicurezza zero con rischio perenne di tutti gli operatori penitenziari e dei cittadini. Premesso quanto sopra l’auspicio ora e quello che le SS.LL. prendano atto della situazione Campana e assumano tutti i provvedimenti urgenti e necessari a risolvere le questioni rappresentate e si voglia in qualche modo rivedere anche il progetto penitenziario regionale rendendolo più attuale, efficace ed efficiente rispetto alle esigenze. E’ appena il caso di sottolineare, ovviamente, che noi in qualità di rappresentanti del personale di Polizia Penitenziaria non aspettiamo altro che di essere coinvolti nelle forme previste dalle normative vigenti. Nell’attesa di cortese urgente riscontro, porgo i più Distinti Saluti.

Napoli 21.08.18

 

 

Il Segretario Generale Regionale UIL.PA Polizia Penitenziaria

Domenico de BENEDICTIS

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